Debito pubblico italiano, un numero sul quale prestare molta attenzione…

Il debito pubblico italiano sembra ormai sempre più un numero senza controllo, come una funzione in perenne e inarrestabile crescita.

La classe politica italiana non sembra particolarmente interessata al problema e continua nella sua corsa all’aumento irresponsabile della spesa. Misure come quota 100 e reddito di cittadinanza non fanno altro che peggiorare lo stato dei conti pubblici.

Il perimetro della funzione pubblica anziché diminuire è costantemente in aumento. Siamo condannati ad un’inesorabile destino oppure è ancora possibile fare qualcosa?

La classe politica non teme un attacco dai mercati? Non teme l’aumento dello spread?

La presenza di Draghi e del quantitative easing è forse l’unica cosa che fino ad ora ci ha consentito di evitare la tempesta sui mercati ,a quanto potrà durare?

L’unico antidoto al problema è la crescita ed è chiaramente in questa direzione che Draghi si sta dirigendo e nella quale ha senza dubbio più possibilità dei suoi predecessori sia per le indubbie capacità politiche e manageriali e sia per la sua appartenenza all’establishment europea.

Alla crescita però inevitabilmente andrà affiancato anche un piano di razionalizzazione della spesa pubblica e di eliminazione dei rami secchi della pubblica amministrazione. Il problema non è in realtà tanto la spesa pubblica ma il fatto che lo stato voglia fare l’imprenditore ed è questa la distorsione che crea il maggiore aggravio di costi.

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